Fatico a comprendere la cattiveria delle persone, e come si possa deliberatamente fare del male senza poi curarsi delle conseguenze.
Fatico a comprendere la vigliaccheria e la noncuranza dello stato emotivo dell'altra persona quando si decide di interrompere una relazione, di amicizia o di amore.
Mi rendo conto che non esiste un modo giusto per dire addio: lo si fa e basta.
Esiste però un modo dignitoso per congedare una persona che ha fatto parte della propria vita. Un modo che quantomeno porti il doveroso rispetto a colei o colui che fino a ieri era parte del vostro quotidiano, partecipe delle vostre abitudini, primo e ultimo pensiero di ogni vostra giornata.
Crescere ed essere adulti significa assumersi le proprie responsabilità...
Non voglio però parlare per frasi fatte, quanto invece riflettere su un'usanza ahimè fortemente in crescita, il propagarsi del comportamento Scrivo-Cancello-Scompaio.
Un'usanza tanto maschile quanto femminile che tocca amicizie e rapporti d'amore.
Scrivere, o meglio messaggiare, è il nuovo modo di comunicare. Del resto siamo nella generazione dei 140 caratteri! Nel mio post precedente ho fatto giusto qualche considerazione sulla perdita dell'uso della parola e sul ritorno all'età della pietra... parole sagge, modestia a parte.
Cancellare, come ai tempi delle Replay (le penne cancellabili per chi non avesse vissuto gli anni '80): cancellare un'amicizia su Facebook, togliere una connessione su LinkedIn o bloccare un contatto su Whatsapp. Modi diversi ma stesso risultato: rimarcare il concetto che sei fuori dalla mia vita. Quando eravamo piccoli ci limitavamo a dire "finestrino"... onestamente mi sembrava un po' meno brusco.
Scomparire, ispirandosi a grandi maghi come Houdini e Copperfield. Vurria mai che trovandoti, ti sentissi poi in dovere di dare spiegazioni... Il chiarimento ovviamente non è contemplato o comunque è meglio evitarlo.
Come reagire quindi a tutto questo?
Molti direbbero semplicemente "fregandosene". Io però non ne sono capace e personalmente non credo nemmeno alle persone che sostengono di riuscirci. Credo invece al fatto che non provino più alcun sentimento o alcun interesse per l'altra persona e che, forti di questo, riescano a guardare altrove e passare oltre.
Fatico a comprendere la vigliaccheria e la noncuranza dello stato emotivo dell'altra persona quando si decide di interrompere una relazione, di amicizia o di amore.
Mi rendo conto che non esiste un modo giusto per dire addio: lo si fa e basta.
Esiste però un modo dignitoso per congedare una persona che ha fatto parte della propria vita. Un modo che quantomeno porti il doveroso rispetto a colei o colui che fino a ieri era parte del vostro quotidiano, partecipe delle vostre abitudini, primo e ultimo pensiero di ogni vostra giornata.
Crescere ed essere adulti significa assumersi le proprie responsabilità...
Non voglio però parlare per frasi fatte, quanto invece riflettere su un'usanza ahimè fortemente in crescita, il propagarsi del comportamento Scrivo-Cancello-Scompaio.
Un'usanza tanto maschile quanto femminile che tocca amicizie e rapporti d'amore.
Scrivere, o meglio messaggiare, è il nuovo modo di comunicare. Del resto siamo nella generazione dei 140 caratteri! Nel mio post precedente ho fatto giusto qualche considerazione sulla perdita dell'uso della parola e sul ritorno all'età della pietra... parole sagge, modestia a parte.
Cancellare, come ai tempi delle Replay (le penne cancellabili per chi non avesse vissuto gli anni '80): cancellare un'amicizia su Facebook, togliere una connessione su LinkedIn o bloccare un contatto su Whatsapp. Modi diversi ma stesso risultato: rimarcare il concetto che sei fuori dalla mia vita. Quando eravamo piccoli ci limitavamo a dire "finestrino"... onestamente mi sembrava un po' meno brusco.
Scomparire, ispirandosi a grandi maghi come Houdini e Copperfield. Vurria mai che trovandoti, ti sentissi poi in dovere di dare spiegazioni... Il chiarimento ovviamente non è contemplato o comunque è meglio evitarlo.
Come reagire quindi a tutto questo?
Molti direbbero semplicemente "fregandosene". Io però non ne sono capace e personalmente non credo nemmeno alle persone che sostengono di riuscirci. Credo invece al fatto che non provino più alcun sentimento o alcun interesse per l'altra persona e che, forti di questo, riescano a guardare altrove e passare oltre.
Si tratta quindi solo di aspettare che passi la tempesta e nel frattempo? Nel frattempo c'è Mastercard :)