Quello che pensano gli altri influenza quotidianamente la vita di molti... o forse solo di alcuni.
Con il passare degli anni generalmente si acquisisce una maggiore consapevolezza di noi stessi, delle nostre capacità e dei nostri limiti. Eppure sembra che a volte non si riesca comunque a fare quel passo in avanti che può essere un bene per noi stessi, prima che per gli altri.
Saranno forse le domande che si ripetono a Natale, le visite ai parenti e gli sguardi di pseudo compatimento che alcune persone ci rivolgono.
Siamo stanchi di combattere per raggiungere la soddisfazione degli altri, stanchi di appagare le loro aspettative anziché le nostre. Inevitabilmente ci facciamo risucchiare dal vortice del sentirci inadeguati e non accettati per quello che siamo e per quello che siamo in grado di dare. Come se il nostro bene dipendesse sempre e comunque dall'appagamento delle aspettative altrui.
Prima iniziamo a chiederci quale sia la soluzione, lasciando perdere la ricerca della causa, e forse prima faremo quel famoso passo in avanti.
Non sempre possiamo trovare risposte nell'esaminare il nostro passato. A volte dobbiamo fermarci al presente, cercando in esso una soluzione che ci consenta di tornare in equilibrio. Perché senza equilibrio non possiamo stare in piedi, non possiamo riprendere a camminare e nemmeno iniziare una nuova strada. Qualunque sia poi la destinazione dove la stessa ci porterà...
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