lunedì 15 maggio 2017

Fragile nei sentimenti ma forte d'animo

Sottotitolo: come sopravvivere in un mondo di relazioni al 33%

Spesso e volentieri tutto quello che ci vorrebbe è un abbraccio rotondo. Un gesto che necessita di un coinvolgimento emotivo basato sul bene nel senso più stretto del termine, su un sentimento limpido che non contempla spiegazioni in quanto fondato su una trasparenza di intenti.

In un mondo di single incalliti, per scelta propria o altrui, è sempre più difficile entrare nel quotidiano di una persona, adattarsi alle abitudini, rispettare i tempi e coordinare gli impegni extra lavorativi. In realtà probabilmente dipende solo dal grado di interesse verso l'altra persona, dalla voglia di conoscere chi ci sta di fronte, dal desiderio di imparare i suoi gusti, dal discernere ciò che è importante per lui o per lei da ciò che è irrilevante.

La paura di sbagliare la fa da padrona.
C'è chi adotta una strategia e chi semplicemente incrocia le dita.
Un messaggio in meno potrebbe far nascere un rimpianto.
Un messaggio di troppo, potrebbe avere effetti collaterali e generare un rimorso.
Spesso la spontaneità viene confusa con la mancanza di timidezza, celando al contrario solo la voglia di vivere e di provare. La mente lascia spazio al cuore e al desiderio inconscio di rischiare. Trattenersi vorrebbe dire di fatto disconoscere se stessi e la propria natura.
L'inquietudine tuttavia è dietro l'angolo; uno stato d'animo abbastanza diffuso, che a tratti disorienta e a tratti spaventa. L'incertezza del voler "stare insieme", l'insoddisfazione perenne di desiderare quello che non si ha e la (quasi) noncuranza per quello che già si possiede.

Poi però a volte accade... a volte accade che, per qualche strana convergenza astrale, le percentuali di concentrazione di due persone coincidano e, in quel preciso istante, meccanicamente scatti qualcosa. La volontà di lasciarsi trasportare da un coinvolgimento tanto razionale quanto emotivo è il preludio dell'abbandono dei propri schemi e la presa di coscienza dell'inizio delle danze.

"Che squillino le trombe signori spettatori, inizia la commedia, che parlino gli attori" - Cyrano De Bergerac


Scrivere...

Quando andavo a scuola ammiravo l'arte descrittiva del Manzoni, mi perdevo nella pioggia nel pineto del Dannunzio e mi lasciavo ammaliare dai viaggi di Ulisse nell'Odissea.
Eppure c'era una cosa che odiavo fare: i temi... con tutto il cuore. La ragione principale era che gli argomenti da trattare venivano imposti, lasciando ben poca libertà di espressione a ispirazione, creatività e fantasia.
Oggi, a distanza di molti anni, ho scoperto l'amore per la scrittura, un amore a tratti passionale e a tratti malinconico. Oggi scrivo quando non riesco a trattenere le mie emozioni. Scrivo per rileggere i miei pensieri. Scrivo per guardarmi da un altro punto di vista.
Con questo spirito ho creato nerosubianco, un blog all'insegna dell'ispirazione improvvisa. Una raccolta di pensieri che mi accompagnano durante la corsa, pensieri che talvolta mi svegliano nel cuore della notte perchè bramano di essere trascritti, pensieri che sembrano sgorgare con potenza dalla terra, come getti di petrolio dopo una violenta trivellazione. Un blog passionale e al tempo stesso razionale...

"C'è un tempo per capire, un tempo per scegliere, un altro per decidere. C'è un tempo che abbiamo vissuto, un altro che abbiamo perso e un tempo che ci attende" - Seneca

venerdì 17 marzo 2017

Dignità, rispetto... e Mastercard

Fatico a comprendere la cattiveria delle persone, e come si possa deliberatamente fare del male senza poi curarsi delle conseguenze.
Fatico a comprendere la vigliaccheria e la noncuranza dello stato emotivo dell'altra persona quando si decide di interrompere una relazione, di amicizia o di amore.
Mi rendo conto che non esiste un modo giusto per dire addio: lo si fa e basta.
Esiste però un modo dignitoso per congedare una persona che ha fatto parte della propria vita. Un modo che quantomeno porti il doveroso rispetto a colei o colui che fino a ieri era parte del vostro quotidiano, partecipe delle vostre abitudini, primo e ultimo pensiero di ogni vostra giornata.
Crescere ed essere adulti significa assumersi le proprie responsabilità...
Non voglio però parlare per frasi fatte, quanto invece riflettere su un'usanza ahimè fortemente in crescita, il propagarsi del comportamento Scrivo-Cancello-Scompaio.
Un'usanza tanto maschile quanto femminile che tocca amicizie e rapporti d'amore.
Scrivere, o meglio messaggiare, è il nuovo modo di comunicare. Del resto siamo nella generazione dei 140 caratteri! Nel mio post precedente ho fatto giusto qualche considerazione sulla perdita dell'uso della parola e sul ritorno all'età della pietra... parole sagge, modestia a parte.
Cancellare, come ai tempi delle Replay (le penne cancellabili per chi non avesse vissuto gli anni '80): cancellare un'amicizia su Facebook, togliere una connessione su LinkedIn o bloccare un contatto su Whatsapp. Modi diversi ma stesso risultato: rimarcare il concetto che sei fuori dalla mia vita. Quando eravamo piccoli ci limitavamo a dire "finestrino"... onestamente mi sembrava un po' meno brusco.
Scomparire, ispirandosi a grandi maghi come Houdini e Copperfield. Vurria mai che trovandoti, ti sentissi poi in dovere di dare spiegazioni... Il chiarimento ovviamente non è contemplato o comunque è meglio evitarlo.
Come reagire quindi a tutto questo?
Molti direbbero semplicemente "fregandosene". Io però non ne sono capace e personalmente non credo nemmeno alle persone che sostengono di riuscirci. Credo invece al fatto che non provino più alcun sentimento o alcun interesse per l'altra persona e che, forti di questo, riescano a guardare altrove e passare oltre.
Si tratta quindi solo di aspettare che passi la tempesta e nel frattempo? Nel frattempo c'è Mastercard :)

venerdì 10 febbraio 2017

Ritorno all'età della pietra

Ho la tendenza a riempire di significato gesti e parole. Come se tutto dovesse avere un senso. Come se "dietro" ci dovesse poi essere il paese delle meraviglie.
Poi arriva un giorno in cui il cuore lascia spazio alla mente e si ritorna a pensare lucidamente.
I rapporti si sono evoluti: si comunica di più ma si parla di meno.
Paradossalmente il telefono ha perso di significato; si è tornati alla scrittura. Ma una scrittura primordiale e a tratti infantile, fatta di simboli e disegni, sicuramente intuitiva, ma povera di emozioni.
"L'attesa del piacere è essa stessa piacere": ignoro chi ne sia l'autore. Inflazionata in pubblicità, è una frase che comunque mi affascina per la sua semplicità e per la verità sottesa.
Una frase però, che nel ritorno all'età della pietra, ha perso di valore.
Nessuno ha ne tempo ne voglia di aspettare. Le due spunte blu di whatsapp sono il succo della ricerca della felicità.
Il bacio con il cuore è la carezza del XXI secolo. Gli emoticons diventeranno un giorno personalizzabili con una nostra immagine, dalle mille smorfie.
E non si parla di un cambio generazionale, ma di un cambio globale di mentalità.
Giovani e anziani, e "quelli della terra di mezzo" come me, sono contaminati dal cambiamento.
È forse venuta meno la voglia di interagire? Perché, dati alla mano, non sembra proprio che si riesca a stare fermi. Le statistiche del 2016 sono impressionanti e in continua crescita: circa 216 mila foto condivise ogni 60 secondi su Facebook Messanger, circa 400 ore di nuovi video caricati ogni minuto su Youtube, quasi 7 milioni di video visti al minuto su Snapchat.
Chi ha più tempo di parlare in senso stretto?

Darwin scrisse dell'evoluzione della specie; un tema ancestrale e attuale al tempo stesso: solo chi si adatta sopravvive.
Ma un ragionamento del genere potrà valere anche per i sentimenti e le emozioni?
Io faccio fatica ad adeguarmi, una fatica enorme.
Non nego di usare anch'io il nuovo simbolismo e i nuovi strumenti di comunicazione ma, appena posso, torno volentieri alle vecchie abitudini.
Ascoltare il suono delle parole, mischiare i pensieri propri e altrui nella stessa frase, lasciare che momenti di silenzio e imbarazzo si inseriscano nella conversazione e percepire dal timbro della voce il sorriso dell'altro interlocutore; un sorriso che si vede ascoltando.

Disillusa o inguaribile sognatrice?

venerdì 27 gennaio 2017

40...

Vorrei dire che a 40 anni ho capito come gira la vita, che riconosco le persone buone e me ne frego di quello che pensa la gente. Vorrei dire che non mi stupisco piu di niente, che la cattiveria delle persone non mi tocca e che ho sviluppato finalmente il famoso sesto senso delle donne. Che riesco finalmente a ricordarmi dove parcheggio la macchina, che quando esco da un ascensore mi ricordo di andare nella direzione giusta, che cammino guardando avanti e non in aria per poi sbattere contro qualsiasi cosa. Vorrei dire che riesco a parlare di meno, a essere meno testarda e meno impulsiva.
Vorrei... ma non posso...

Posso invece dire che credo ancora che esista del buono in ogni persona, credo nel perdono e nelle seconde occasioni. Credo nello sbagliare come in un'opportunità per imparare, nel provare e riprovare per poi riuscire. Credo nell'esistenza di più di un grande amore per ogni persona. Credo nel viaggiare come un mezzo per sentirsi vivi. Credo che il coraggio debba accompagnarsi con un pizzico di paura e che la paura sia sintomo di buon senso. Credo nella prudenza. Credo nell'avere pazienza. Credo nello smettere di usare le parole sempre e mai. Credo nel non avere né rimorsi né rimpianti.

Oggi riparto con lo zero accanto. Riparto con il sorriso e l'entusiasmo di fare nuove scoperte sul mondo e su me stessa. Riparto, e sono felice!